sabato 21 dicembre 2013

QUANT'E' BELLO UN PO' DI SPLATTER

Oggi sembra incredibile, ma c'è stato un passato non cosi lontano in cui la politica si scandalizzava, per i fumetti, ne discuteva in parlamento, proponeva censure.

Nel 1990 la deputata D:C: SILVIA COSTA, contando su alleati come LUCIANO VIOLANTE e TINA ANSELMI, sollevano alla CAMERA  il caso di SPLATTER, "urge più prevenzione e vigilanza contro quel compiacimento della violenza che si sta facendo cultura diffusa".

In edicola SPLATTER usciva dal luglio 1989, a indignare era soprattutto  la serie di racconti "PRIMI DELITTI", su bambini assassini. Rilette con gli occhi di oggi, le pagine di SPLATTER sembrano se non ironiche quasi goliardiche, l'orrore che raccontano sembra- e questo era voluto- un genere narrativo dalle declinazioni infinite, non una reale fonte di scandali.

Da pochi mesi è stato annunciato il ritorno di SPLATTER, in una versione bimestrale ( il primo numero si può acquistare su splatter-comics.it) per nostalgici. Con questa occasione, la RIZZOLI LIZARD ha mandato in libreria un volume interessante che raccoglie il meglio dei 23 numeri della rivista.

Racconti brevi, con molto sangue e interiora, qualche nudo, giocattoli assassini, cannibali e fantasmi, il senso di déjà-vu deriva dal fatto che su quella rivista un po' underground si cimentavano quelli che poi sarebbero diventati autori di punta di DYLAN DOG (come CORRADO ROI e BRUNO BRINDISI), ma anche maestri consolidati come ATTILIO MICHELUZZI. In DYLAN DOG lo sguardo divertito di TIZIANO SCLAVI e l'uso dell'orror come metafora sociale ha però annacquato il piacere-tutto sommato innocuo- dello SPLATTER che ritroviamo nelle pagine della rivista inventata da PAOLO DI ORAZIO.

La storia migliore è SELF SERVICE di PEPPE FERRANDINO e BRUNO BRINDISI: un uomo è cosi narciso da disprezzare tutto ciò che gli è estraneo e decide che l'unica cosa sufficientemente perfetta da essere degna della sua bocca è la sua stessa carne. E cosi pezzo a pezzo, inizia a mangiarsi, prima le dita, poi le gambe, infine le braccia. quando la cancrena rovina la sua perfezione, si consegna al secchio dei rifiuti senza patemi e senza rimpianti.

giovedì 19 dicembre 2013

TOPOLINO VERSIONE TERZO MILLENNIO ( di STEFANO FELTRI )

Dopo un anno di celebrazioni d'avvicinamento, il tremillesimo numero di TOPOLINO è arrivato in edicola. Il settimanale DISNEY diretto da VALENTINA DE POLI supera di slancio la soglia simbolica con un numero speciale, di oltre trecento pagine, dedicato ai personaggi (scelta poco originale ma funzionale).

Tra gli autori delle storie ci sono tutti i nomi migliori della scuderia, da TITO FARACCI a BRUNO ENNA a GIORGIO CAVAZZANO a CASTY a SILVIA ZICHE ( COME SEMPRE LA Più BRAVA).Il risultato è, inevitabilmente eterogeneo. Alcune storie funzionano, altre sono un po' sotto le aspettative, come quella d'apertura di FARACCI e CAVAZZANO.

FUMETTI diversi ma con una nota comune: ci sono tablet, smarphone, televisori 3D e generatori di energie rinnovabili dappertutto, c'è perfino uno dei nipoti di PAPERINO (QUI) in una specie di ERASMUS in ALASKA che chatta via SKYPE con NONNA PAPERA. Sembra che la priorità sia dimostrare ai giovani lettori della DISNEY che gli sceneggiatori sono al passo coi tempi, che il settimanale è inserito nel flusso TV-TWITTER-cinema-YOUTUBE della nostra cultura di massa (come a dimostrano le frasette celebrative in stile TWEET in fondo a ogni pagina, affidate a CLAUDIO BISIO, FICHI D'INDIA, MODA'...).

Essere un FUMETTO non basta più, costruire universi di fantasia serve a poco se non li puoi condividere su un social network. Dall'alto dei suoi tremila numeri, TOPOLINO mostra una inspiegabile sudditanza ad altre comparse effimere dell'intrattenimento. E questo è un po' malinconico. Ma forse è soltanto un modo inevitabile per catturare nuovi lettori e garantire a TOPOLINO di puntare sereno alla prossima soglia, il numero 4000, tra una ventina d'anni

martedì 17 dicembre 2013

TEX WILLER BIOGRAFIA DI UN EROE SENZA PASSATO (DI STEFANO FELTRI)

TEX WILLER è sempre stato un eroe senza passato, custodito in una perfezione a-storica e puramente fumettistica da SERGIO BONELLI, preoccupato che qualunque collocazione temporale precisa facesse invecchiare il personaggio o pregiudicasse situazioni narrative, incompatibili con eventi reali.

Ma il papà di SERGIO, GIANLUIGI, era più disinvolto: nei decenni in cui ha scritto TEX ha realizzato alcuni cicli di storie che hanno definito il personaggio, dandogli quel minimo di biografia e spessore che lo hanno reso diverso da tanti altri eroi western.

MONDADORI lancia una collana di volumi che forse avrebbe lasciato perplesso SERGIO BONELLI ma che entusiasmerà molti lettori: ricostruire una TEX STORI, quella che nei FUMETTI di super eroi si chiama continuity, la sequenza di eventi che ha definito i grandi personaggi cosi come li conosciamo.

Pur con qualche sbavatura (TEX fornisce diverse versioni incompatibili del suo coinvolgimento nella guerra di secessione, la crescita improvvisa del figlio KIT è sempre stata in spiegabile i dettagli del matrimonio con l'indiana LILITH tradivano lo scarso interesse di BONELLI senior per la situazione) in quattro volumi nel formato OSCAR si potranno cicli di storie fondamentali.

Per le biografiche forse cosi amate proprio perché centellinate nei decenni, come le apparizioni di MEFISTO, il demoniaco illusionista che ha introdotto in TEX un incongruo, eppure celebre, filone sovrannaturale.

Si comincia con "QUANDO SUONA IL CANNONE" che contiene il passato poco noto de "IL PASSATO DI TEX" in cui si spiega che il futuro RANGER cominciò la carriera da fuori legge per vendicare la morte del fratello. E poi il grande ciclo di TEX nella guerra di secessione, forse un po' ingenuo, ma indimenticabile, soprattutto per come WILLER riesce a combattere con il nord rimanendo fedele soltanto al suo desiderio di giustizia.

domenica 15 dicembre 2013

DIABOLIK, SUCCESSO MUMMIFICATO (di STEFANO FELTRI)ù

DIABOLIK 800-- OTTOCENTO LACRIME DI GHIACCIO

Nel numero 800 della sua serie mensile, DIABOLIK con EVA KANT e una amica archeologa riescono a trovare un tesoro perduto, ovviamente lo trovano, dietro una parete di roccia dove i resti dell'antica civiltà si sono conservati perfetti nonostante i due millenni trascorsi deal cataclisma che li aveva cancellati.

Ecco che DIABOLIK è cosi: immobile, sembra prelevato da un'altra epoca storica, non è cambiato da quando le sorelle GIUSSANI lo inventarono nel 1962 come lettura da treno per i pendolari lombardi. O meglio, in qualcosa è diverso: non ha più alcuna carica trasgressiva, il fascino sicuro delle K e del nero è stato cancellato dalle evoluzioni dalla società che dovevano scandalizzare.

Da tempo DIABOLIK non è più un'icona del male, ma un caso psicanalitico: perché da 50 anni continua a turbare e a conquistare ricchezze che dovrebbero reso ormai più danarosa di WARREN BUFFET? il suo mondo è sempre stato poco più di un fondale teatrale, dove il tempo sempre stato poco più di un fondale teatrale, una città di inquetante perfezione piccolo borghese.

CLERVILLE, dove il tempo sembra seguire un percorso non lineare, come in certi incubi. Nel numero 800 i personaggi parlano con i cellulari anni novanta, parallelepipedi neri, non c'è traccia di connessioni internet, le rapine si fanno ancora come una volta, sfondando muri e facendo esplodere casseforti. DIABOLIK è incapace di evolversi perché bidimensionale, privo di emozioni, il FUMETTO mensile del "re del terrore" è sempre un pezzo di artigianato ben fatto, comprensibile a tutti ( la storia deve essere semplice semplice), con una narrazione grafica scandita in chiare vignette didascaliche.

Nel numero 800 si celebrano i 50 anni di attività del disegnatore ENZO FACCIOLO, dal tratto netto e accurato. Nel perpetrarsi sempre uguale a se stesso, DIABOLIK si è mummificato, a qualcuno piacerà ancora, ma difficile riesca a catturare nuovi lettori, anche se è quasi commovente il modo in cui lascia trasparire l'immagine di un'ITALIA ormai lontanissima, l'ultima eco di una epoca più ingenua dove i ladri derubano i ricchi collezionisti e non lo SATO o i poveri risparmiatori usando strumenti finanziari semi-legali.

venerdì 13 dicembre 2013

TUTTO IL MONDO IN UN SOLO SNOOPY ( DI STEFANO FELTRI)

UNO NESSUNO E CENTOMILA SNOOPY
I PEANUTUS sono un caso editoriale sempre piu'  interessante: sono passati ormai 13 anni dalla morte del loro creatore, CHARLES SCHULZ, non sono state prodotte nuove strisce eppure continua a vendere bene. Sono pubblicati su quotidiani e riviste in tutto il mondo, in ITALIA escono ogni mese su LINUS e nessuno si pone problemi se sono strisce vecchie di decenni. Qual è il segreto di CHARLIE BROWN, LINUS e gli altri? cosa permette loro di rimanere vivi e vitali?

Un libro singolare appena pubblicato da BALDINI e CASTOLDI aiuta a trovare una risposta. ma l'idea l'ha avuta proprio la direttrice di LINUS, STEFANIA RUMOR, curatrice di una raccolta dei "176 travestimenti del brachetto più amato" che creano " uno nessuno centomila SNOOPY" .Quasi trecento pagine di tavole selezionate da quarant'anni di attività di SCHULZ che raccontano tutto cioè che SNOOPY  è stato oltre che un cane .

Basta alzare le orecchie per diventare un'antenna tv, e poi il celebre autore "asso della prima guerra mondiale", un pittone, un campione di baseball. E tutto sembra assolutamente naturale, nessuno si pone domande su come possa SNOOPY essere sia un cane che un romanziere, o imitare un pinguino che sicuramente non ha mai visto. Perché il cane di SCHULZ è come quelle cellule staminali totipotenti, può diventare qualunque cosa, contiene ogni potenzialità narrativa, ogni bizzarria

E' il naturale completamento degli altri PEANUTS, personaggi che si pongono problemi da adulti (amore, la psicanalisi, la carriera) ma poi si danno risposte da bambini.

 SNOOPY. è una dose di follia che diventa metafora del genio di SCHULZ, della sua capacità di infilare tutto il mondo in una striscia con una manciata di protagonisti e priva di adulti. SNOOPY è un personaggio costruito da pochi tratti di penna, non semplice ma essenziale, basta una piccola variazione (e un grande talento)agli ingredienti fondamentali per renderlo qualcosa di diverso.

Guardate l'ultima tavola del volume, del 1998, dove SNOOPY diventa il GATSBY di SCOTT FITZGERALD che sorseggia punch da una tazzona da caffè e capirete i PEANUTS sono destinati all'eternità dei capolavori della letteratura mondiale.

domenica 8 dicembre 2013

TIZIANO SCLAVI OLTRE DYLAN DOG (di STEFANO FELTRI)

Per il suo talento e per la sua timidezza che lo hanno reso il SALINGER del fumetto, TIZIANO SCLAVI ha costruito il mito di se stesso ormai quasi 30 anni fa. Da tempo si limita a una distaccata supervisione della sua creatura DYLAN DOG.

Alla BONELLI continuano ad aspettare le sue sceneggiature, sfuggenti quanto le tavole di CLAUDIO VILLA, il miglior artista di TEX che centellina poche tavole per decennio. Mentre la serie mensile di DYLAN DOG si prepara a una lenta ma profonda revisione, affidata a una sceneggiatura molto più mediatico e appariscente di SCLAVI, cioè ROBERTO RECCHIONI, la RIZZOLI LIZARD dedica il secondo volume degli archivi BONELLI proprio al creatore di DYLAN DOG.

Nel librone da oltre 500 pagine però non ci sono solo storie dell'indagatore dell'incubo ( la selezione assume perfettamente l'approccio di SCLAVI: l'orrore e la vita quotidiana, l'inferno sono le metropoli, diavoli e mostri sono i piccoli borghesi indifferenti alla sofferenza degli ultimi, dei diversi). E' infatti riscoprire storie dimenticate degli esordi di SCLAVI su altri due personaggi BONELLI, i più distanti dalle caratteristiche dello scrittore di PAVIA: ZAGOR e MISTER NO. Lo "spirito con la scure", il super Bonelliano anni sessanta, si trova tra zombi e comete presagio di sventure, il pilota amazzonico alter ego di SERGIO BONELLI prima viaggia nel cosmo in un trip allucinogeno da droghe locali e poi si trova chiuso nella navicella di un astronauta sovietico precipitato in BRASILE qualche anno prima del volo di YURI GAGARIN.

In contesti cosi eterogenei si coglie meglio la poetica di SCLAVI, che prescinde da DYLAN DOG: come nelle commedie di SHAKESPEARE (vedi sogno di una notte di mezza estate)succedono tante cose, alcune vere, alcune false, altre soltanto improponibili, senza che il lettore o i protagonisti riescano bene a distinguere le une dalle altre.

L'equilibrio finale che si ricompone è perfettamente razionale, noioso nella sua coerenza. Ma resta la consapevolezza che esiste un'altra realtà, una rete di possibilità inespresse, che siano zombi, licantropi, viaggi spaziali o semplicemente vite diverse, poco importa. Quel che conta è che SCLAVI riesce a farcela intravvedere.

sabato 7 dicembre 2013

L'ECO DEL FUMETTO CHE NON C'E' PIU' (di STEFANO FELTRI)

ALMANACCO DELL'AVVENTURA 2014: DEDICATO A DECIO CANZIO E SERGIO TOPPI.

C'è un immaginario che è quasi completamente svanito: non si fanno più film western, sono sempre più rari i film di guerra, e ormai sembra ingenuo cedere al fascino dell'esotico. Per fortuna i FUMETTI sono leggermente fuori sincronio rispetto al mondo in cui vivono i loro lettori.
Capita quindi di leggere storie che oggi non sarebbero mai scritte.

L'almanacco dell'avventura della SERGIO BONELLI EDITORE era l'appuntamento annuale con un episodio di MISTER NO e articoli su film, libri e FUMETTI dedicati a giungle, esploratori, popoli sconosciuti e guerre dimenticate. Poi MISTER NO ha chiuso. E l'almanacco di quest'anno è dedicato alla memoria di DECIO CANZIO e SERGIO TOPPI, il primo collana storica della BONELLI, a lungo direttore editoriale e talvolta sceneggiatore.

TOPPI è uno dei più grandi illustratori ITALIANI, con le sue figure lunghe e malinconiche che sfondano le vignette e rendono la pagina uno spazio aperto. Sia CANZIO che TOPPI sono scomparsi pochi mesi fa, la BONELLI li celebra ripubblicando tre racconti usciti nella collana "UN UOMO UN'AVVENTURA" (SERGIO BONELLI aveva inventato i romanzi a FUMETTI prima che nascesse la parola graphic novel). Sia per il disegno, come sempre straordinario di TOPPI, sia per i temi, sono FUMETTI che oggi non nascerebbero.

Chi si appassionerebbe all'assedio di KARTOUM del 1884? o alle gesta di PANCHO VILLA? e chi sente ancora il fascino dei SEMINOLE, più tenaci degli APACHE nel resister all'uomo bianco? Le storia di TOPPI e CANZIO sono l'eco di una fantasia scomparsa, di un paese che sognava con EMILIO SALGARI, ma anche di persone come,  fu SERGIO BONELLI, che viaggiavano davvero, non solo con le letture, e che poi sceglievano la forma meditata del FUMETTO, per condividere quello che avevano capito.

venerdì 6 dicembre 2013

1900 IL FUMETTO COMPIE I PRIMI PASSI

Il primo reale esperimento di FUMETTO illustrato per ragazzi, lo troviamo ai primi del 1900 in IL NOVELLINO. Infatti fu il primo a pubblicare nel 1904 una tavola integrale a colori di THE YELLOW KID comprensiva di BALLON. Negli anni seguenti pubblicò per i ragazzi NONNO VOLPONE di SAULTZ e KATZENJAMMER e BIBI E BOBO di DIRKS.

Nel 1908 ebbe grande successo IL CORRIERE DEI PICCOLI (comunemente chiamato IL CORRIERINO).Con il cospiquo appoggio finanziario e tecnico del CORRIERE DERLLA SERA fini per essere letto sia dai piccoli che dai grandi, quando i creatori si accorsero di ciò pubblicarono pagine intere per adulti. Fin dall'inizio assunse una sua fisionomia che durò a lungo e che consisteva in un equilibrio tra storielle vignette, rubriche articolate e testi scritti. IL CORRIERE DEI PICCOLI riuscì a monopolizzare quasi la totalità della sua produzione comica a FUMETTI AMERICANA abolendo le nuvolette sostituendola con didascalie sdolcinate ed un po' melesse: i famosi ottonari a rima baciata. Il CORRIERINO da strumento di puro divertimento, nel periodo della guerra in LIBIA e la prima guerra mondiale, diventò un sottile mezzo di persuasione al nazionalismo e al colonialismo.

Molti sostengono che la nascita del FUMETTO ITALIANO coincida con la comparsa del CORRIERE DEI PICCOLI. Non è cosi, ad esso e a tutti i GIORNALETTI ITALIANI eliminando la "nuvoletta" mutilarono una forma grafica espressiva già matura, facendo cosi arretrare ad uno stadio precedente di sviluppo. Certamente non possiamo disconoscere al CORRIERINO la capacità di predisporre il gusto per la narrativa in immagini, stimolando la "voracità" visiva dei suoi lettori rendendo in tal modo un prezioso servizio alla causa del FUMETTO.

Nel primo dopo guerra comparvero alcuni FUMETTI che contenevano storie a scopo propagandistico usandoli cosi come sottili strumenti di formazione ideologica. Ora va riconosciuto che la propaganda di regime ha saputo intervenire con tempismo, intuendo le potenzialità del nuovo mezzo espressivo figurato, anche se non è sempre chiaro a loro come impiegare al meglio uno strumento con molti elementi di novità sul piano delle tecniche di significazione.

Nel 1923 esce a MILANO IL GIORNALE DEI BALILLA.

Nel 1925 il giornale diventa suplemento del quotidiano FASCISTA POPOLO D'ITALIA.

Nel 1927 esce un altro settimanale, LA PICCOLA ITALIANA, con intento educativo delle giovanissime leve in gonnella della GIOVENTU' ITALIANA DE3L LITTORIO.

giovedì 5 dicembre 2013

IL FUMETTO DEL 1800

E' nel 1812 con "L'ANNO DEI FANCIULLI" e qualche altro giornaletto, che cominciò a fare capolino la stampa periodica dei ragazzi. Dopo qualche timido esperimento il clima di restaurazione che si respirava in quel periodo fermò tale iniziativa. Solo nel 1830 ricompaiono un certo numero di fogli destinato ai giovani i quali però ebbero una vita difficile. E' necessario attendere l'ultimo quarto di secolo per assistere alla comparsa di alcuni FUMETTI per ragazzi nei quali troviamo un certo spazio alle immagini.

Il FUMETTO spesso assume un aspetto di conformismo pedagogico. Dentro questo aspetto si distinguevano IL GIORNALE DEI BAMBINI fondato nel 1881 da FERDINANDO MARTINI e il NOVELLINO fondato nel 1883 da YAMBO (ENRICO NOVELLI). Entrambi si sforzarono a presentare ai ragazzi la realtà della vita, l'immagine assumeva cosi una fantastica evasione. Sul primo vide la luce il PINOCCHIO di COLLODI e le strisce illustrate dei MONELLI di CORINTO di W. BUSH e sul secondo fin dal 1889 le prime illustrazioni a colori in ITALIA. qualche anno dopo arrivarono i primi COMICS americani.

Con l'apparizione e la diffusione dei COMICS, numerosi "figurai", cosi erano chiamati gli illustratori di libri per l'infanzia, si applicano al FUMETTO e finirono per influenzarlo sul piano estetico e sui contenuti con moduli della tradizione di stampe popolari, religiose e profane.

A partire dal 1930 la massiccia importazione dei COMICS dagli STATI UNITI contribuì a far uscire il FUME4TTO ITALIANO da certi binari espressivi ancorati com'erano all'iconografia tradizionale ed a creare spazio intermedi dove le componenti dei due diversi settori sembrano mescolarsi in territorio animato da FIGURINAI che si dedicano al FUMETTO, pur rimanendo coerenti con il vecchio mondo degli illustratori per l'infanzia.