venerdì 23 maggio 2014

I GRANDI DEL FUMETTO (MILO MANARA)

Nato a LUSON (BOLZANO) nel 1945.
Giovanissimo si dedica alla pittura e alla scultura, prima di esordire nel FUMETTO con "GENIUS" (1966) ci segue "JOLANDA de ALMAVIVA" (1969). Nel 1974 disegna per il "CORRIERE DEI RAGAZZI" alcuni episodi della serie "IL FUMETTO DELLA REALTA'" e "LA PAROLA AI GIURATI". Nel 1976 su "ARTERLINUS" pubblica "LO SCIMMIOTTO", mentre l'anno seguente esce "ALESSIO, IL BORGHESE RIVOLUZIONARIO" .

Lavora in FRANCIA per LAROUSSE che pubblica "HISTOIRE de FRANCE" (1978) e "A la DECOUVERTE DU MONDE" (1979), stampate anche in ITALIA dagli EDITORI RIUNITI. Nel 1978, per la collana "UN UOMO UN'AVVENTURA" disegna "L'UOMO DELLE NEVI", su testi di ALFREDO CASTELLI.

Per l'edizione Italiana di "PILOT" nel 1981 realizza "L'UOMO di CARTA". Pubblica poi due storie erotiche di successo, "IL GIOCO" (1983) e "IL PROFUMO DELL'INVISIBILE", e il capolavoro "TUTTO RICOMINCIO' CON UN'ESTATE INDIANA", su testi di HUGO PRATT. Nel1989 disegna "VIAGGIO a TULUM" per la sceneggiatura di FEDERICO FELLINI.

domenica 11 maggio 2014

IL FUMETTO DELLE NUVOLETTE PARLANTI (di STEFANO FELTRI)

IL MONDO COSI COME'

I FUMETTI si chiamano cosi perché i personaggi di solito parlano attraverso piccole nuvole, come il fumo, che sostituiscono quello sonoro che la carta non può trasmettere in altro modo. Eppure i "Baloon" sono spesso considerati un mero espediente tecnico, un orpello trascurabile che infatti da alcuni autori in cerca di facili innovazioni viene eliminato (ma anche il "CORRIERE DEI PICCOLI" cancellava le nuvolette sostituendole con didascalie in rima baciata).

TIZIANO SCARPA e MASSIMO GIACON hanno avuto quindi l'intelligente idea di fare un FUMETTO sul FUMETTO, non nel senso della (ormai abusata) storia di un fumettista che disegna se stesso disegnante. No è proprio un FUMETTO sul FUMETTO inteso come nuvoletta, come strumento che può dare voce anche a ciò che nessuna altra forma di narrazione potrebbe parlare, oggetti, concetti, animali ma anche disegni (qui il meta FUMETTO si complica un po': un FUMETTO sui FUMETTI in cui alcuni personaggi disegnano altri personaggi che riescono a parlare tra loro attraverso i FUMETTI).

TIZIANO SCARPA è uno scrittore di successo che ama flirtare con la letteratura disegnata. MASSIMO GIACON un illustratore di talento che nelle sue tavole orizzontali e geometricamente psichedeliche ricorda CHRIS WARE, "il mondo cosi com'è" e un racconto del mondo come non è. O meglio, dello iato che separa il mondo reale da quello dei FUMETTI.

L'espediente narrativo è quello di raccontare la storia di ALFIO BETIZ, malato di FUMETTO: vede nuvolette con dialoghi uscire da oggetti e animali, dall'oculista si distrae perché a leggere i dialoghi surreali tra le lettere del test per misurare le diottrie, in chiesa si accorge che la presa elettrica ha cose interessanti da dire (ma il crocefisso è stranamente muto), "sente le nuvolette, non sono suoni, sono oggetti che può anche afferrare.

Non è soltanto un successo di fantasia, ALFIO BETIZ è davvero malato ma troverà una psichiatra  più interessato a studiarlo che a guarirlo, anche se, perso in un mondo più appassionato di quello reale, BETIZ non ha alcuna urgenza di tornare alla normalità e in fondo preferisce  pagare le conseguenze della sua bizzarria invece che liberarsene (ammesso che sia possibile).

giovedì 8 maggio 2014

KURT COBAIN COME CALVIN & HOBBES ( STEFANO FELTRI )

NEVERMIND
Di tutti i modi che si potevano trovare per celebrare i vent'anni della morte di KURT COBAIN, ANDREA PAGGIANO ne ha scelto uno decisamente poco convenzionale: raccontare la rok star da bambino, l'origine della malinconia e di quel senso di sconfitta esistenziale che viene abbracciato fino a trasformare in una ribellione alla società che ci educa al successo.

ANDREA PAGGIARO, che si firma TUONO PETTINATO, ha sviluppato una sua professionalità di biografo non convenzionale: si è già dedicato a GARIBALDI e ad ALAN TURING. Con KURT COBAIN, riesce a dosare al meglio la sua vena un po' surreale combinata con una certa attenzione biografica, non tanto a date o dettagli, ma a cogliere lo spirito del personaggio che vuole raccontare.

Nel libro NEVERMIND, che ovviamente prende il titolo dall'album più famoso dei NIRVANA,TUONO PETTINATO si inventa un ardito parallelo: KURT COBAIN e il suo immaginario BODDAH, quello a cui il cantante scrive la sua ultima lettera prima di suicidarsi, evoca al FUMETTISTA un parallelo con CALVIN & HOBBES, il bambino con la sua tigre di pezza che animavano la celebre striscia di BILL WATTERSON (anche questa interrotta bruscamente, un suicidio editoriale come ribellione al successo, se si vuole forzare il parallelo).

Il rok trasgressivo e il FUMETTO più pacato si tangono. BODDAH assume le fattezze di HOBBES, la tigre. Ma KURT non è CALVIN: è cupo, tormentato, tra i boscaioli di ABBERDEEN non c'è posto per chi non si accontenta di sognare la vita di suo padre. L'infanzia di KURT è terribile, ma TUONO PETTINATO non commette l'errore di usarla per spiegare retroattivamente il suicidio.

Con il suo stile scanzonato, un bianco e nero semplice, con i personaggi sempre espressivi in pochi tratti netti, TUONO PETTINATO racconta con il registro di un FUMETTO umoristico una storia che a suo modo è anche epica, ma è soprattutto triste. Una tristezza filtrata dall'arte, ma pur sempre tristezza: "per reazione all'etica del profitto e della produttività, al posticcio ottimismo degli anni Ottanta, furono il sarcasmo e l'apatia l'antidoto per rimanere umani", fa dire TUONO PETTINATO a BODDAH. una ribellione senza gioia, il cui cantore non poteva che finire com'è finito.