domenica 28 luglio 2013

TEX WILLER INCROCIA THE WALKING ( DI STEFANO FELTRI )

Una volta i "texoni",inperdibile appuntamento fumettistico di inizio estate, erano l'occasione per vedere TEX WILLER disegnato da maestri internazionali ,da MAGNUS ad ALFONSO FONT a JOE KUBERT (quest'ultimo appena ristampato da RIZZOLI). Poi i maestri hanno iniziato a scarseggiare,quelli disposti a sobbarcarsi un numero di pagine cosi enormi, 240 tavole, sono pochi,e quindi la BONELLI ha dato spazio ai disegnatori ITALIANI più valenti già sotto contratto. E il TEXONE è diventato il contenitore per una storia lunga, in formato gigante e con qualche ambizione maggiore rispetto alla serie mensile.

Fine della premessa. "i pionieri", TEXONE 2013 conta sulle tavole di ANDRA VENTURI già visto sul mensile, che ha la capacità di dare all'universo texano una dimensioneepica,specie sulle vignette più grandi e mute, di praterie vuote, di indiani che spiano, di avvoltoi che banchettano. La storia è interessante anche nell'intreccio. MAURO BOSELLI, che di TEX è il curatore, ama le vicende corali, dove il ranger assieme alla sua squadra ( KIT CARSON, KIT WILLER, TIGER JACK ) non si limita a sterminare torme di fuorilegge ma deve interaggire con tanti altri personaggi.

La traccia è classica, la carovana di pionieri in marcia verso l'OREGON minacciata dagli indiani che vogliono assalire, con in più alcuni banditi che si sono infiltrati tra i carri dei contadini. Il meccanismo narrativo è quello che ha fatto la fortuna di "LOST", un grppo di personaggi isolati  (nel mare della prateria) che scoprono di potersi fidare gli uni dagli altri e minacciati da un nemico esterno, ogni tanto ne spunta uno nuovo dal nulla, misterioso, intruso che mina le poche certezze rimaste.

Gli indiani hanno la funzione degli zombi nella celebre serie di ROBERT KIMMAN "THE WALKING DEAD", quasi privi di individualità sono semplici catalizzatori d'azione, il loro arrivo serve a far esplodere le dinamiche interne al gruppo, si fanno massacrare e ammazzano qualche protagonista per aggiungere vivacità.

Il risultato è uno TEXONE splendidamente disegnato ma un pò confuso, troppi personaggi un pò difficili da seguire, molto lontano dalla semplicità lineare delle storie classiche. Un esperimento interessante, anche se non del tutto riuscito.

martedì 16 luglio 2013

A COSA SERVONO I SUPER EROI USA ( DI STEFANO FELTRI )

I SAGGI SUI FUMETTI di solito si dividono in due categorie: raccolte di interventi brevi di lettori un pò nerd che per passione provano a diventare critici e le biografie dei grandi maestri, poco altro.Supergods è un'eccezione gradita: difficile qualificarlo, è una biografia letteraria e al contempo una storia dei supereoi, l'ascesa di un giovane scrittore irlandese alla celebrità e la mutazione di un genere narrativo dalle potenzialità infinite.

Lo firma GRANT MORRISON, uno sceneggiatore che lavora da anni per MARVEL COMICS e DC sui personaggi più importanti ( ha firmato cicli importanti degli X MEN, e di SUPERMAN ). MORRISON abbina una scrittura vivace a una capacità analitica rara: non sommerge il lettore di gergo accademico o di quei tecnicismi che spesso prevalgono in questi libri, ma spoglia il tema di tutto il superfluo per raccontare l'unica cosa che conta: come i supreroi abbiano raccontato, anticipato o inseguito i cambi di epoca.

Come SUPERMAN sia nato eroe socialista e del popolo e si sia trasformato in un sempliciotto conservatore simbolo del potere costituito. o di come BATMAN abbia superato il periodo camp ( calzamaglia aderenti, rapporti ambigui con ROBIN ecc. ) per diventere l'icona dark degli anni ottanta, grazie a FRANK MILLER.

Leggi MORRISON e ti viene voglia di tirare giù dagli scafali tutta la biblioteca di fumetti con cui sei cresciuto : per vedere se davvero è cosi evidente che JIM STARLIN scriveva CAPITAN MARVEL e WARLOK sottol'effetto del LSD e cogliere meglio la mistica di JACK KIRBY nei NUOVI DEI o le espliciti influenze della psicanalisi ( con una certa dose di libertinaggio sessuale appena mascherato ) nel SUPERMAN degli anni sessanta, che al lettore di oggi appare un pò datato e noioso.

MORRISON elabora anche una teoria filosofica dei supereroi: non sono oggetto di svago, macchiette bidimensionali. No sono idee nel senso platonico, entità che ora preesistono e sopravvivono ai loro autori, ormai autonome dalla loro declinazione cartacea, rappresentazioni totemiche delle virtù dell'umanità ricoperte di muscoli e tute aderenti. Sono sempre li, a ricordarci che possiamo e dobbiamo essere migliori.