domenica 22 febbraio 2015

IL GIORNALINO DEELLA DOMENICA

Il primo numero è del 24 Giugno 1906, l'idea è il voler dare tutte le domeniche ad un pubblico giovane una lettura istruttiva senza essere noiosa. diciamo che la rivista vuole educare e divertire i lettori che vanno dai 7 ai 15 anni della borghesia dell'epoca.

"Educare con immagini e parole" un progetto dove propone copertine di alta qualità e dai disegni accattivanti, illustrati da disegnatori famosi quali: ANTONIO RUBINO, FILIBERTO SCARPELLI, UGO FINOZZI, OTTORINO ANDREINI, UMBERTO BRUNELLESCHI, MARCELLO DUDOVICH, SERGIO TOFANO, EZIO ANICHINI.

La direzione è affidata a LUIGI BERTELLI (VAMBA), autore di punta della casa editrice BEMPORAD che si rifà a modelli precedenti come: IL GIORNALE DEI BAMBINI di FERDINANDO MARTINI e IL GIORNALE DEI FANCIULLI di TREVES. Vi troviamo rubriche fisse, allegati, racconti e romanzi a puntate (stampati più avanti in un volume).

IL GIORNALINO diventa cosi un veicolo di idee liberal socialiste, una scelta intelligente è stata quella di dare spazio ai piccoli lettori con sondaggi d'oppignone, e non solo, è anche uno dei primi giornali che pubblica fotografie.

Nel 1908 la direzione deve affrontare un defict di impresa. La direzione passa nelle mani di VAMBA, tra mille difficoltà riesce a gestire la testata fino al 1911,  quando viene decisa la sua chiusura. IL GIORNALINO riprende ad uscire nel 1918, con l'editore fiorentino SOMIGLI, ma la morte di BERTELLI (1920) conclude un'epoca. IL GIONALINO tra alterne vicende verrà diretto da GIUSEPPE FANCIULLI fino al 1924, la chiusura definitiva avverrà nel 1927

venerdì 20 febbraio 2015

SOGNANDO L'AMORE NELLA BORA DI TRIESTE (di STEFANO FELTRI)

IL RICHIAMO DI MALBA
L'ultimo volume a FUMETTI di VANNA VINCI è l'adattamento di un romanzo del 1980 di STELIO MATTIONI, scrittore triestino che è considerato uno dei massimi interpreti della cultura della città più misteriosa d'ITALIA, quasi un corpo estraneo lassù, scomoda per auto e treni, quasi isolata eppure cosi impregnata della storia nazionale ed europea.

Si chiama "IL RICHIAMO DI ALMA", ma potrebbe anche essere un adattamento della canzone "LE PASSANTI" di FABRIZIO DE ANDRE, quella dedicata "ad ogni donna pensata come amore". La seconda strofa sembra la sinossi de "IL RICHIAMO DI ALMA": "A quella quasi da immaginare, tanto di fretta l'hai vista passare, dal balcone ad un segreto più in là, e ti piace ricordarne il sorriso, che non ti ha fatto e che tu le hai deciso, in un vuoto di felicità".

La storia poteva svolgersi solo in una città di vento, fantasmi e illusioni come TRIESTE: un ragazzo viene folgorato da una fanciulla bionda in bilico sulla scala dei Giganti, uno dei punti più belli della città. Passerà la vita a cercarla, incrociandola, spesso non riconoscendola se non da qualche dettaglio, chiedendosi se esiste d'avvero, perché ogni volta abbia un aspetto diverso, quasi irriconoscibile.

La misteriosa ALMA parla poco, ma di lei al protagonista senza nome resta soprattutto una frase, "la vita bisogna percorrerla tutta, prima di decidere se è sogno o realtà". E a quel punto, quando trovi la risposta, scopri che non era poi cosi importante, che proprio l'ambiguità era ciò che dava senso alle giornate. E l'ambiguità suprema, il campo in cui la realtà si confonde con i desideri e i sogni, è ovviamente l'amore.

"IL RICHIAMO DI ALMA" è uscito a puntate sul PICCOLO di TRIESTE e ora in formato libro ( ma orizzontale) per BAO. Come tutti gli ultimi romanzi di VANNA VINCI nasconde densità dietro un'apparente leggerezza di narrazione e disegno che potrebbe sembrare scarsa ricercatezza. E invece la VINCI si sta specializzando in FUMETTI eteri, sofisticati senza esibizionismi, dove tutto lo sforzo è a sottrarre il superfluo, la pesantezza, lasciando soltanto un'atmosfera di soffusa malinconia.

mercoledì 18 febbraio 2015

SENZA NUVOLETTE SI VA ALL'""INFIERNO" (di STEFANO FELTRI)

INFIERNO 2
Ci saranno più parole in questa breve recensione che in tutto il volume di cui si parla, cioè "INFIERNO 2" di TITO FARACI e SILVIA ZICHE. Perché è un fumetto muto, non ci sono neppure le onomotopee.

La sfida è un bis: il più noto sceneggiatore DISNEY (e ora non solo) e la più divertente disegnatrice di TOPOLINO (e non solo) formano insieme otto anni dopo quel primo INFIERNO che era una sfida per entrambi, un FUMETTO umoristico in cui parlavano soltanto i disegni.

C'è una lunga tradizione di comics senza parole: qualche anno fa la MARVEL tolse la voce a tutte le sue serie per un mese, in questa settimana è uscita un'unica tavola muta (lunga sette metri)di JOE SACCO dedicato alla battaglia della SOMME, molte strip comiche cercano di limitare al massimo i dialoghi che rallentano la lettura. Ma costruire un intero racconto senza parole è difficile: perché bisogna mantenere una sottile ambiguità, è muto il racconto, non i personaggi che, semplicemente, vengono disegnati nelle situazioni in cui interagiscono tra loro ma senza bisogno di ricorrere ai baloon.

Nel primo episodio del volume RIZZOLI LIZARD, due diavoli poliziotti devono recuperare un criminale condannato ai tormenti eterni che è riuscito a sfuggire all'inferno per nascondersi in paradiso, dove prova a sfidare DIO alle elezioni.Nella seconda sono a caccia di una femme fatale che non vuole passare millenni a guardare bucolici cartoni animati.

La prima storia è perfetta: il tratto comico della ZICHE (che funziona meglio quando disegna storie di altri, i suoi personaggi femminili ironici e un po' depressi alla lunga sono ripetitivi) ha ritmo, ogni vignetta si fa guardare a lungo proprio grazie al silenzio delle parole, la sceneggiatura di FARACI è vivace, con guizzi continui. La seconda storia risulta troppo densa, a tratti difficile da seguire e la mancanza di dialoghi ne limita la comprensione.

Ma fare FUMETTI senza parole è difficile, FARACI e la ZICHE dimostrano che è possibile farlo ma che è impresa cui possono ambire soltanto gli autori (e i lettori) più consapevoli della grammatica del FUMETTO .

Un esperimento interessante, un divertissement che non deluderà chi aspettava il sequel del volume del 2006. Funziona anche l'introduzione, una chiacchierata FARACI- ZICHE che via WHATSAPP sul progetto

mercoledì 11 febbraio 2015

QUEL CRUCIVERBA CHIAMATO VITA (diSTEFANO FELTRI)

FUN
Se fossimo negli anni settanta e gli intellettuali leggessero ancora FUMETTI, o almeno le riviste dei FUMETTI, PAOLO BACILIERI sarebbe celebrato e analizzato come un tempo ANDREA PAZIENZA o GUIDO CREPAX. Perché le sue storie sono geniali, ironiche, colte. E non si può provare che gratitudine per lo sforzo colossale che si intravede dietro ogni tavola, vedute di NEW YORK CHE DEVONO AVER RICHIESTO SETTIMANE DI LAVORO E SULLE QUALI L'OCCHIO SI SOFFERMA POCHI ISTANTI, CONSERVANDO UN SENSO DI FUGACE PERFEZIONE. Fine della premessa.

FUN è l'ultimo romanzo di BACILIERI pubblicato da COCONINO press. anzi è solo l'inizio, la storia non finisce. Il FUMETTO nasce da una conversazione con lo scrittore STEFANO BERTEZZAGHI ed è (anche) una storia del cruciverba e di quella vasta setta di adepti delle parole crociate che da quasi un secolo esercita il cervello tra bianchi e neri.

Il protagonista è, come sempre nei lavori di BACILIERI, un sceneggiatore frustrato di FUMETTI DISNEY, ZENO PORNO.FUN è un gioco a incastri in cui il lettore, come in un cruciverba, deve capire la disposizione dei pezzi e ricostruire la trama complessiva che si delinea pagina dopo pagina, in modo non lineare ma avvolgente.

E, come  aver compilato un cruciverba, il lettore si sente più intelligente e complice di un autore con la cui arguzia si è saputo mettere in sintonia. C'è ZENO PORNO ,ma  c'è anche un dotto professore che assomiglia tanto a UMBERTO ECO, PIPPO QUESTER, e c'è una strana ragazza che lo pedina.

Il professore a una storia del cruciverba e ZENO lo aiuta a scoprire se esistono FUMETTI-CRUCIVERBA (DICK TRACY, con cattivi verticali e buoni orizzontali), attori cruciverba, politici cruciverba. E anche nello sbarco in NORMANDIA è coinvolto un cruciverba.

Le tavole di FUN si sviluppano in una dimensione verticale, con l'illustrazione a tutta pagina, ma c'è un livello di lettura orizzontale. A volte perfino diagonale

Quello di BACILIERI non è un freddo virtuosismo, ma una divertente esibizione di talento che affascina il lettore come pochi altri FUMETTI in questi anni sono stati capaci di fare

lunedì 9 febbraio 2015

CI VUOLE UN ALTRO PERTINI (con PAZ) di STEFANO FELTRI

PERTINI FRA LE NUVOLE
Ci vorrebbe un altro SANDRO PERTINI dicono  tanti. soprattutto quelli che l'hanno conosciuto, ma anche chi non era nato nel settennato presidenziale dal 1978 al 1985 del socialista con la pipa eppure lo ricorda con affetto.

Anche grazie ai fumetti di ANDREA PAZIENZA che lo hanno elevato a icona, l'unico politico diventato un personaggio dei FUMETTI.E allora, mentre ci addentriamo nei giorni delle faide quirinalizie, è il momento giusto per leggersi "PERTINI TRA LE NUVOLE".

ELETTRA STAMBOULIS (testi) e GIANLUCA COSTANTINI (disegni) hanno avuto un'idea semplice sviluppata in modo geniale: se si deve fare un FUMETTO su PERTINI, si può fare a prescindere da quello di  PAZIENZA? OVVIO CHE NO. E allora tutto il libro è un dialogo tra il presidente e il disegnatore, ovviamente entrambi in paradiso, che mantengono toni e umorismo caustico del FUMETTO originale.

Poi c'è il tocco di genio, che trasforma il FUMETTO in una meta FUMETTO-al quadrato, al cubo, un gioco di citazionismo quasi psichedelico: nei diversi capitoli del libro, le controparti fumettistiche dei due personaggi storici si "fumetizzano" ulteriormente.

Una volta sono inseriti nel mondo dei PEANUTS (con PERTINI-CHARLIE BROWN), un altra in quello di MAFALDA, poi BRACCIO DI FERRO, ASTERX addirittura MAUS di ART SPIEGELMAN, nel gran finale il richiamo è all'autobiografia di MOEBIUS. "PERTINI TRA LE NUVOLE " sfugge completamente alla deriva didascalica e divulgativa che hanno certe biografie a FUMETTI e riesce invece a catturare quella umana (ma anche politica) di PERTINI che aveva fatto innamorare PAZ. Però riesce anche a ricostruire la straordinaria vita di PERTINI e a dimostrare come dovrebbe essere un presidente della Repubblica capace di incarnare non soltanto l'equilibrio tra partiti e istituzioni, ma anche lo spirito di un paese, la sua coscienza collettiva e lo spirito del suo tempo.

MATTEO RENZI cita pochi libri e ancor meno FUMETTI ma chissà, qualcuno che gli è vicino potrebbe regalargli una coppia di "PERTINI TRA LE NUVOLE". Cosi, per avere qualche spunto quando sottoporrà i candidati per il Colle al suo partito e al Parlamento.

venerdì 6 febbraio 2015

E' ARRIVATA LA PRIMAVERA

Oggi per mè sembra che sia arrivata la primavera perché sino ad ora senza internet mi sembrava di vivere nei freddi ghiacci dell'ALASCA, spero che una volta ritrovata la possibilità ( non per causa mia) di essere ancora presente sul blog non sia momentanea ma che perduri nel tempo.

I VAMPIRI POSSONO DAVVERO MORDERE (di STEFANO FELTRI)

IL VAMPIRO CHE RIDE
Dovendo scegliere il FUMETTO più disturbante di questi anni, non avrei dubbi: "il bruco" di SUEHIRO MARUO. Un veterano torna dalla guerra con braccia e gambe amputate, la moglie lo aspetta e cerca di salvare una parvenza di vita coniugale. A un paio d'anni da quel volume, COCONINO PRESS manda in libreria un'altra opera in due volumi di SUEHIRO, "IL VAMPIRO CHE RIDE", uscito a puntate sulla rivista YOUNG CHAMPION tra 1998 e 1999. I vampiri ci sono, le risate invece scarseggiano. Se cercate un antidoto all'eccesso di buoni sentimenti tipico dei giorni natalizi, SUEHIRO è ottimo. La trama è esile non semplice da seguire: c'è una vampira anziana che contagia due giovani adepti, LUCA e KONOSUKE, i quali sperimentano poi le torpide gioie della loro nuova condizione, in un crescendo di omicidi, sgozzamenti, impiccagioni, violenze. E' difficile spiegare cosa renda il tratto di SUHEIRO così inquietante: di vampiri ne abbiamo visti ovunque (c'è anche una bella raccolta sul tema di storie di DYLAN DOG appena uscito per MONDADORI), in questi anni poi i succhiasangue  adolescenti hanno dominato cinema e librerie. Eppure i vampiri di SUEHIRO sono diversi: non hanno alcuna patina di romanticismo, invecchiano per l'eternità senza vivere davvero, non provano piacere (spesso erotico) nell'assorbire l'essenza vitale altrui, ma soprattutto nel mero gesto dell'uccisione. Ci sono varie allusioni sociologiche: il disagio degli adolescenti giapponesi, oppressi dalla competizione del sistema scolastico e repressi da una società che ammette ogni trasgressione ma finge di condannarla. C'è il continuo tentativo di mascherarsi, nascondere le proprie sembianze e negare la propria identità come strumento di liberazione e la resa agli istinti più turbi come ammissione di umanità. Ma tutto questo è secondario, in fondo. Quello che conta è il talento di SUEHIRO nel cogliere un'oscurità profonda che non è legata alla cultura di provenienza del lettore ma ancestrale. Leggere i suoi FUMETTI significa fissare l'oscurità e scoprire il fascino magnetico e repellente.