venerdì 20 febbraio 2015

SOGNANDO L'AMORE NELLA BORA DI TRIESTE (di STEFANO FELTRI)

IL RICHIAMO DI MALBA
L'ultimo volume a FUMETTI di VANNA VINCI è l'adattamento di un romanzo del 1980 di STELIO MATTIONI, scrittore triestino che è considerato uno dei massimi interpreti della cultura della città più misteriosa d'ITALIA, quasi un corpo estraneo lassù, scomoda per auto e treni, quasi isolata eppure cosi impregnata della storia nazionale ed europea.

Si chiama "IL RICHIAMO DI ALMA", ma potrebbe anche essere un adattamento della canzone "LE PASSANTI" di FABRIZIO DE ANDRE, quella dedicata "ad ogni donna pensata come amore". La seconda strofa sembra la sinossi de "IL RICHIAMO DI ALMA": "A quella quasi da immaginare, tanto di fretta l'hai vista passare, dal balcone ad un segreto più in là, e ti piace ricordarne il sorriso, che non ti ha fatto e che tu le hai deciso, in un vuoto di felicità".

La storia poteva svolgersi solo in una città di vento, fantasmi e illusioni come TRIESTE: un ragazzo viene folgorato da una fanciulla bionda in bilico sulla scala dei Giganti, uno dei punti più belli della città. Passerà la vita a cercarla, incrociandola, spesso non riconoscendola se non da qualche dettaglio, chiedendosi se esiste d'avvero, perché ogni volta abbia un aspetto diverso, quasi irriconoscibile.

La misteriosa ALMA parla poco, ma di lei al protagonista senza nome resta soprattutto una frase, "la vita bisogna percorrerla tutta, prima di decidere se è sogno o realtà". E a quel punto, quando trovi la risposta, scopri che non era poi cosi importante, che proprio l'ambiguità era ciò che dava senso alle giornate. E l'ambiguità suprema, il campo in cui la realtà si confonde con i desideri e i sogni, è ovviamente l'amore.

"IL RICHIAMO DI ALMA" è uscito a puntate sul PICCOLO di TRIESTE e ora in formato libro ( ma orizzontale) per BAO. Come tutti gli ultimi romanzi di VANNA VINCI nasconde densità dietro un'apparente leggerezza di narrazione e disegno che potrebbe sembrare scarsa ricercatezza. E invece la VINCI si sta specializzando in FUMETTI eteri, sofisticati senza esibizionismi, dove tutto lo sforzo è a sottrarre il superfluo, la pesantezza, lasciando soltanto un'atmosfera di soffusa malinconia.

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