domenica 26 luglio 2015

UN AMORE FINITO E TROPPA MUSICA (di STEFANO FELTRI)

EFFETTO CASIMIR

IL FUMETTO di CLAUDIA RAZZOLI, che si firma NUKE, parte bene: non è la solita storia di un amore che nasce, con i primi baci e romanticismi vari, ma di una storia che finisce. Anzi, già finita.

Giacomo ha 30 anni ed è stato lasciato da VALE, la fidanzata con cui conviveva. Sepolto nel divano e nelle sue tragedie, GIACOMO rivive quel dramma di scatoloni, di oggetti mancanti perché lei se li è portati via o di altri lasciati quasi a sfregio, a tenere aperta la ferita dell'abbandono che non si rimargina.

Nel caso di GIACOMO c'è anche il gatto, da nutrire. Le tavole di NUKE sono estreme, caricaturali, trovano il lato ironico anche in un dramma che è sempre più frequente in una generazione di eterni giovani, stretti tra lavori precariche impediscono progetti e orologi che ticchettano, dove la convivenza è spesso un surrogato di un matrimonio troppo impegnativo.

Il montaggio, che alterna degrado post traumatico e ricordi del passato, è efficace, con l'ironia che si afferma pagina dopo pagina come leva di sopravvivenza. Più si conosce la fidanzata, però, meno si comprende come mai il protagonista sia cosi disperato.

Ma non è questo che indebolisce il FUMETTO: la storia di una separazione si evolve, inspiegabilmente, nella storia della band di GIACOMO fa parte, la vena surreale e paradostica diventa prevalente, i testi delle canzoni e la loro genesi occupano pagine e pagine.

Molti autori non si rassegnano che il FUMETTO ha i suoi limiti e che riempie le tavole di pentagrammi o di parole non significa far suonare la musica tra le vignette. Ma NUKE sembra tenere molto a questi testi, tanto che li pubblica completi in appendice. Cosa centrino con la prima parte del volume è poco chiaro.

NUKE ha un tratto spiritoso e un buon senso del ritmo, ma avrebbe voluto scegliere : o fare un FUMETTO sulla fine della coppia o dedicarsi a un gruppo musicale post-adolesenziale fuori tempo massimo:

Ma vale la pena aspettare il prossimo romanzo, perché la giovane autrice  che si è fatta conoscere sul web con i "DIARI DELLA NUKE" ha un suo stile interessante da affinare però nei racconti lunghi, dove le manca il ritmo della maratona.

venerdì 24 luglio 2015

IL TEX DINAMICO E POTENTE DI ROTUNDO IN UNA STORIA (per una volta) PèIENA DI DONNE. (di STEFANO FELTRI)

Non è davvero estate finchè non si trova il tempo di leggere le 240 pagine del "TEXONE", cioè l'album speciale annuale di TEX che è arrivato ormai al numero 30 (anche se, un anno, ne sono usciti due).

Ci sono sempre un paio di ragioni per non perderselo. Prima: gustarsi una storiona di TEX in un formato molto più grande del normale e in bianco e nero, mentre di solito nelle edizioni di libreria vengono colorate. seconda ragione: scoprire come i grandi maestri del FUMETTO interpretano il ranger creato da GIANLUIGI BONELLI e AUTELIO GALEPPINI, uno dei personaggi più difficili da disegnare in assoluto.

TEX ha abiti ben definiti, la camicia gialla e il fazzoletto nero, ma non ha lineamenti definiti, ha un profilo da eroe senza macchia ma bisogna padroneggiarne l'attitudine alla violenza (frequente ma mai gratuita), sterminare nemici ma senza sadismo.

PASQUALE RUJU, solido sceneggiatore BONELLIANO, costruisce una storia semplice ma efficace, con un background storico originale (gli schiavi liberati vengono condannati da giudici razzisti per mandarli a lavorare gratis nei campi dei possidenti terrieri). TEX corregge alcune ingiustizie, ma neppure lui ha il potere di ribaltare il sistema.

I disegni sono affidati a MASSIMO ROTUNDO, da trent'anni a cavallo tra FUMETTO popolare e d'autore, da BRENDON e ORIENT EXPRESS (BONELLI) alla storica rivista HEAVY METAL. Ci sono alcune cose notevoli del tratto di ROTUNDO. il suo risulta molto dinamico perchè privilegia il dinamismo sui dettagli, le tavole non sono ingombri di virtuosismi ma di tensione, i lineamenti dei personaggi sembrano emergere da un affastellarsi di linee cinetiche.Nessuna vignetta, presa da sola, è un capolavoro, cosi come un film non si può giudicare da un fermo immagine.

Il passato di ROTUNDO nel FUMETTO erotico, che lo ha reso celebre in FRANCIA, traspare poi da una voluttà diffusa, tutti i suoi protagonisti (TEX escluso, ovviamente) per quanto casti potrebbero ben figurare anche su pagine ben più esplicite. Non è un caso che per una volta, una storia di TEX sia piena di donne, categoria che GIANLUIGI BONELLI e i suoi successori alla sceneggiatura del ranger hanno sempre maneggiato con difficoltà ( non dimentichiamo che TEX, dopo la morte della moglie LILLITH, è asessuato). "TEMPESTA SU GALVESTON" è un buon FUMETTO che funziona in tutte le sue parti, non resterà nella storia come il TEXONE di MAGNUS ma è un'ottima lettura estiva

sabato 18 luglio 2015

ARTE, PASSIONE E CARAVAGGIO (di STEFANO FELTRI)

CARAVAGGIO- LA TAVOLOZZA E LA SPADA

Nella sua introduzione CLAUDIO STRINATI azzarda un paragone impegnativo: MILO MANARA ha scelto di dedicare una biografia a MICHELANGELO MERISI da CARAVAGGIO perché, in fondo, i due si somigliano. Entrambi cercano, con successo, di catturare la bellezza, in particolare femminile. Ed entrambi non si curano di scandalizzare i benpensanti, quelli stessi pudichi censori che sono sempre pronti a passare con fulminea rapidità tra le file degli apprezzatori appena questi diventano la maggioranza.

C'è sicuramente del vero, ma invece c he riflettere su questa analogia restiamo al FUMETTO, cioè "LA TAVOLOZZA E LA SPADA", prima parte della biografia di MANARA di CARAVAGGIO pubblicata da PANINI COMICS nella linea 9l (due volumi entrambi di 64 pagine nel grande formato alla francese) MANARA è ingiustamente considerato un ritrattista di pin up, uno che è riuscito a fare FUMETTI cosi perfetti da non essere censurabili nonostante la carica erotica (la MARVEL gli ha affidato una copertina di SPIDER WORMAN che è diventata un caso mondiale, per l'attenzione giudicata morbosa alle natiche della supereroina inguaiata in un costume aderente).

MANARA è però soprattutto un grandissimo narratore, come ha dimostrato agli inizi in FUMETTI di avventura sceneggiati da UGO PRATT e come certifica adesso, con questo suo CARAVAGGIO.

Del tratto di MANARA è difficile dire qualcosa di originale, anche se in questo volume diventa più sobrio, ridotto all'essenziale, nessuna linea non strettamente necessaria. Quello che impressiona però è il montaggio, la tecnica narrativa, la capacità di raccontare la turbolenta ascesa di CARAVAGGIO verso la gloria attraverso un'alternanza impeccabile di aneddoti, dettagli e vedute di una ROMA del seicento che risulta viva quanto i personaggi. Che sono tantissimi, anche i comprimari riescono a trovare, nello spazio di poche vignette, il tempo per raccontare la storia, per emanciparsi dal ruolo di citazione e diventare coprotagonisti.

Non è una biografia divulgativa o esauriente, questa, perché vuole essere soprattutto una storia. Ma il grande lavoro di documentazione che vi è dietro rende l'opera anche un'utile introduzione a questa fase di riscoperta della vita di CARAVAGGIO ( di recente protagonista di una fiction RAI oltre che di un FUMETTO della BONELLI)

domenica 12 luglio 2015

BOULET, IL GENIO FRANCESE A CUI ZEROCALCARE HA RUBATOLE IDEE MIGLIORI(e lo ammette) di STEFANO FELTRI

Due anni fa,  in una fumetteria di AVIGNONE, la libraia mi ha consigliato alcuni fumetti. Album come si dice in FRANCIA. Tra questi c'era una raccolta delle storie brevi pubblicate sul suo blog da un certo BAULET: pagine dense, disegni di una qualità rara nel FUMETTO umoristico, con stili sempre diversi e una capacità di trasformare in epiche saghe tragicomiche episodi irrilevanti come il supplemento da pagare sul biglietto per il treno veloce o i lettori inesistenti che chiedono autografi alle fiere di FUMETTI.Genio puro, eppure avevo l'impressione di qualcosa di già letto, già sentito.

In ITALIA c'è un FUMETTISTA che in questi anni ha attinto senza riserve alle intuizioni di BOULET, al suo stile (per esempio rendere "anonimi" i personaggi trasformandoli in animali o dare vita agli oggetti domestici, tipo il computer).Cioè ZEROCALCARE, alias MICHELE RECH,alias l'autore di FUMETTI più venduto della storia ITALIANA del FUMETTO.

Ma visto che ZEROCALCARE è una persona onesta, oltre che un artista geniale, non si è opposto alla pubblicazione da parte della BAO, la sua casa editrice, dell'edizione italiana dei libri di BAULET. Di più: ha prodotto una cover speciale e scritto addirittura la prefazione (a FUMETTI, ovviamente), ammettendo il debito creativo verso BAULET, il cui vero nome è GILLES ROUSSEL: "non è che mi ispiro, ho copiato tutto da BAULET".

ZEROCALCARE poi ha trovato una sua voce, una empatia con il pubblico italiano che rende i suoi FUMETTI difficilmente esportabili per i continui rimandi interni.

Anche BAULET si è evoluto, il libro pubblicato da BAO è solo il primo di una lunga serie dei suoi quaderni (titolo del volume: BORN TO BE A LARVA) e raccoglie storie del periodo 2004-2006. BOULET ha sviluppato il suo talento più grande: la versatilità. A sfogliare il libro si ha l'impressione che sia un prodotto di un collettivo, non di un solo autore, per quanto creativo.

Ci sono storie più umoristiche, colorate, con la battuta, altre più poetiche, talvolta senza parole, piene di spazi bianchi. E poi le tavole di raccordi, pennino bianco e nero con sprazzi di arancione, che servono a cucire i frammenti pubblicati sul blog (ZEROCALCARE ha copiato anche questa struttura).

BOULET meritava di essere tradotto, complimenti a BAO= e ZEROCALCARE per la scelta di farlo nonostante sarebbe stato molto più facile nascondere le fonti di ispirazione del FUMETTISTA di maggior successo.

domenica 5 luglio 2015

IL PREZZO DELL'ARTE: VENDERE L'ANIMA (di STEFANO FELTRI)

LO SCULTORE
Quando uno ha avuto il successo di SCOTT McCLOUD nello spiegare- a FUMETTI- come si fanno FUMETTI, è poi molto rischioso poi tornare dalla teoria alla pratica. Migliaia di lettori sono pronti a cogliere la minima imperfezione per rifugiarsi nel detto "chi sa fa e chi non  sa insegna".

"LO SCULTORE" è un lavoro ambizioso, non solo per le dimensioni, quasi 500 pagine. Vuole essere molte cose insieme: un FUMETTO sulla potenza dell'arte, sull'amore come unica risposta alle assurdità della vita e anche sulla città di NEW YORK e sul libero arbitrio.

La trama evoca il settimo sigillo di INGMAR BERGMAN, anche qui il protagonista, lo scultore frustrato DAVID SMITH, si trova a giocare a scacchi con la morte, per l'occasione incarnata da un prozio defunto. DAVID diventerà il talento che ha sempre desiderato, potrà scolpire il mondo con le sue mani nude. Ma dopo 200 giorni morirà. La morte mantiene la promessa, ma scopre che in una città come NEW YORK essere bravi non basta, il "sistema" delle relazioni (galleria, amicizie, mediatori) serve a uno scultore più di qualunque patto faustiano.

DAVID incontra l'amore, MEG è una ragazza incline alla depressione, lo aiuta a trovare fiducia in se stesso ma anche a capire che l'arte e il successo non bastano ad appagare. In un continuo attraversare i generi, con un gioco sui cliché che sfiora pericolosamente la banalità, SCOT McCLOUD trasforma il suo scultore quasi in un super eroe che usa il talento ottenuto dal passato con la morte per un'opera un po' estrema di urban art, cambiando volto alla città e ai suoi impersonali grattacieli che riducono ogni vita a un punto sul marciapiede lontano.

Ma scappare dal proprio destino sembra inutile. Eppure sembra la lezione di McCLOUD, non sono mai banali, il libero arbitrio resta potente anche nel più deterministico dei contesti. E se la storia dello scultore con dei super poteri sembra assurda, basta pensare che in fondo sono milioni gli americani (e occidentali in genere) che rinunciano alla vita, alla famiglia e agli amici convinti di possedere un talento che li renderà celebri, o almeno ricchi.

Ci illudiamo di meritare molto più di quello che abbiamo, di essere disposti a sacrificare molto o tutto per ottenere il nostro posto nella società. E quando scopriamo il prezzo da pagare, è troppo tardi.