domenica 8 dicembre 2013

TIZIANO SCLAVI OLTRE DYLAN DOG (di STEFANO FELTRI)

Per il suo talento e per la sua timidezza che lo hanno reso il SALINGER del fumetto, TIZIANO SCLAVI ha costruito il mito di se stesso ormai quasi 30 anni fa. Da tempo si limita a una distaccata supervisione della sua creatura DYLAN DOG.

Alla BONELLI continuano ad aspettare le sue sceneggiature, sfuggenti quanto le tavole di CLAUDIO VILLA, il miglior artista di TEX che centellina poche tavole per decennio. Mentre la serie mensile di DYLAN DOG si prepara a una lenta ma profonda revisione, affidata a una sceneggiatura molto più mediatico e appariscente di SCLAVI, cioè ROBERTO RECCHIONI, la RIZZOLI LIZARD dedica il secondo volume degli archivi BONELLI proprio al creatore di DYLAN DOG.

Nel librone da oltre 500 pagine però non ci sono solo storie dell'indagatore dell'incubo ( la selezione assume perfettamente l'approccio di SCLAVI: l'orrore e la vita quotidiana, l'inferno sono le metropoli, diavoli e mostri sono i piccoli borghesi indifferenti alla sofferenza degli ultimi, dei diversi). E' infatti riscoprire storie dimenticate degli esordi di SCLAVI su altri due personaggi BONELLI, i più distanti dalle caratteristiche dello scrittore di PAVIA: ZAGOR e MISTER NO. Lo "spirito con la scure", il super Bonelliano anni sessanta, si trova tra zombi e comete presagio di sventure, il pilota amazzonico alter ego di SERGIO BONELLI prima viaggia nel cosmo in un trip allucinogeno da droghe locali e poi si trova chiuso nella navicella di un astronauta sovietico precipitato in BRASILE qualche anno prima del volo di YURI GAGARIN.

In contesti cosi eterogenei si coglie meglio la poetica di SCLAVI, che prescinde da DYLAN DOG: come nelle commedie di SHAKESPEARE (vedi sogno di una notte di mezza estate)succedono tante cose, alcune vere, alcune false, altre soltanto improponibili, senza che il lettore o i protagonisti riescano bene a distinguere le une dalle altre.

L'equilibrio finale che si ricompone è perfettamente razionale, noioso nella sua coerenza. Ma resta la consapevolezza che esiste un'altra realtà, una rete di possibilità inespresse, che siano zombi, licantropi, viaggi spaziali o semplicemente vite diverse, poco importa. Quel che conta è che SCLAVI riesce a farcela intravvedere.

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