sabato 15 marzo 2014

IL NUOVO DYLAN DOG SENZA MORTI (DI STEFANO FELTRI)

DYLAN DOG 330. LA MAGNIFICA CREATURA

Il nuovo corso di DYLAN DOG partirà in autunno, con profonde revisioni nello status quo del personaggio e una strategia editoriale più aggressiva. Ma da qualche mese la collana ha un nuovo curatore, lo sceneggiatore ROBERTO RECCHIONI, e alla BONELLI hanno fatto una specie di intervento di "pronto soccorso" per aggiustare storie già in lavorazione nel tentativo di rinfrescarle, alzare il livello e non perdere altri lettori prima del rilancio.

RECCHIONI è uno scrittore che o si ama o si odia: il suo stile ispirato più ai videogiochi che alla letteratura del cinema, il suo citazionismo spinto e didascalico, la sua costante auto promozione tra i social network e blog lo hanno reso un guru per molti e un insopportabile narciso per altri. Ma la BONELLI ha deciso di puntare su di lui (gli ha anche affidato la serie ORFANI, dai risultati discutibili ma sicuramente innovativa).

Bisogna dire che una sua impronta come curatore di DYLAN DOG si vede negli ultimi due numeri, il 329 e il 330, praticamente non muore nessuno: Niente sgozzamenti, zero interiore sanguinolente, neppure un corpo decapitato. Fin dalle copertine si capisce che DYLAN DOG sta passando a occuparsi di incubi molto terreni, di ossessioni e nevrosi più che di GOLEM e VAMPIRI, inseguendo quella sensibilità sociologica che determinò il successo le storie erano firmate da TIZIANO SCLAVI.
l'orrore c'è, ovvio, ma senza splatter o rassicuranti deviazioni nel fantastico.

Per rilanciare DYLAN DOG resta molto da fare: vanno aboliti gli "speciali finali "(quelle tre quattro pagine che fanno da didascalia ai rari colpi di scena), bisogna abbandonare qualche cliché, osare di più nel linguaggio e nelle forme, il confronto con la qualità dei serial americani impietoso per il fumetto popolare ITALIANO. Ma la strada sembra quella giusta.

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