domenica 9 marzo 2014

FEMMINICIDIO ALLA GIAPPONESE (di STEFANO FELTRI)

PROIETTILI DI ZUCCHERO1-2

I MANGA shojo sono quelli per ragazze, che di solito raccontano storie di adolescenti innamorate ora terribilmente infelici ora entusiaste dell'amore conquistato. a prima vista anche "PROIETTILI DI ZUCCHERO", traduzione un po infelice del titolo internazionale "a LOLLYPOP OR A BULLET", sembra un normale shojo. Ci sono due ragazze NAGISA e MOHUZU. La prima un po' sfigata con un fratello "HIKIKOMORI" (quei ragazzi che si chiudono in casa e vivono di p.c manga e anime, i cartoni animati giapponesi).
L'altra è affascinante, misteriosa, un po pazzerella (ripete a tutti di essere una sirena uscita dal mare), che attira i ragazzi ed è invidiata dalle ragazze.

C'è però un'ombra su di lei, un disagio profondo che traspare dietro le eccentricità. La storia non è poi cosi originale: MAKOZU è vittima di persone e sevizie dal padre, una rok star decaduta che sfoga su di lei la propria frustrazione. L'aspetto interessante è il modo in cui le due autrici, KAZUKI SAKURABA (testi) e IQURA SUGIMOTO (disegni),  costringono il lettore a guardare, impotente.

Come la protagonista, NAGISA, noi spettatori capiamo ma continuiamo a illuderci che ci siano altre spiegazioni, ci lasciamo depistare, illudere che l'epilogo possa essere diverso. Che MOKUZU sparando i suoi "PROIETTILI DI ZUCCHERO" con cui cerca di attirare l'attenzione nasconda qualche segreto sorprendente., invece che un passato e un presente di abusi, terribili e banali nella loro frequenza.

Come NAGISA, anche il lettore finisce per osservare passivamente fino all'inevitabile, soffrendo non per empatia ma per impotenza.  Questa serie in due volumi di PLANET MANGA, è più efficace di mille appelli contro il femminicidio (poco importa che sia ambientato in Giappone, paese che ha una soglia di tolleranza elevata della violenza).

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