sabato 15 febbraio 2014

LA FOLLE SFIDA TRA L'UOMO E L'EVERST ( di STEFANO FELTRI )

LA VETTA DEGLI DEI

Il FUMETTO sportivo è un genere praticato con successo solo in Giappone, dove sono state costruite saghe immortali sul basket, il judo e perfino sui giochi di carte. Ma nessuna di queste ha mai raggiunto il livello di "LA VETTA DEGLI DEI", uno straordinario romanzo in 5 volumi pubblicato da RIZZOLI LIZARD. La sceneggiatura è di BAKU YUMEMAKURA, scrittore di avventura e di fantascenza poco noto fuori dai confini nipponici.

Il fascino dell'opera è inevitabilmente, nei disegni del maestro JIRO TANIGUCHI, il più occidentale dei mangaka che infatti è assai più popolare in Francia (e ormai in Italia) che in patria. Nei tanti volumi che in questi anni RIZZOLI LIZARD e PANINI stanno (ri)pubblicando, TANIGUCHI è il sofisticato interprete delle banalità quotidiane elevate a soggetto narrativo, spesso autobiografico, quasi sempre minimalista, sia nel tratto che nella scelta dei dettagli su cui concentrarsi.

Ne "LA VETTA DEGLI DEI", invece, TANIGUCHI raggiunge quella che forse è la sua perfezione artistica perchè deve raccontare una storia di alpinismo e solitudine: il fotografo FUKAMACHI MAKOTO vuole risolvere il mistero della scomparsa dello scalatore HABU JOJI e anche di GEORGE MALLORY, il primo che provò a conquistare l'EVERST e senza fare ritorno (nessuno sa se è morto prima o dopo aver raggiunto la vetta).

Centinaia e centinaia di ramponi, chiodi, picconi, vette innevate e marce solitarie: sembra la premessa di noia sicura, invece i disegni di TANIGUCHI producono un doppio miracolo. Trasportano il lettore sulle cime del NEPAL, rendendolo quasi fisicamente partecipe della sfida (assurda ma nobile) degli alpinisti alla natura. E riescono a raccontare quelle montagne come nessuna telecamera o macchina fotografica riuscirà mai fare, cogliendone la disperante bellezza in tutta la sua ostilità.

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