domenica 13 marzo 2016

LADRO DI LIBRI E DI CONTENUTI: COSA NON SI FA PER I CIRCOLI LETTERARI DELLA RIVE GAUCHE

IL LADRO DI LIBRI
Non c'è niente di più' romantico del LADRO DI LIBRI: Quello di cultura: quello di cultura è l'unico furto che ispira simpatia (in tutto tranne che nei libri ovviamente).

IL LADRO DI LIBRI non è però cosi banale da celebrare un apologo della fame della cultura. Anzi ALESSANDRO TOTA e PIERRE VAN HOVE, uno ai testi l'altro ai disegni (ma è stato un lavoro di squadra, hanno spiegato), vogliono evitare ogni strada narrativa facile.

DANIEL BRODIN ruba libri, fisicamente e saccheggia il contenuto. Recitando una poesia non sua, nella PARIGI degli anni cinquanta, diventa un'effimera celebrità culturale, osannato dai salotti culturali pieni di intellettuali troppo presuntuosi per riconoscere i propri limiti. E la propria ignoranza. IL LADRO DI LIBRI non viene subito smascherato, la sua parabola lo spinge abbastanza in alto da far sentire la caduta.

Ma DANIEL BRODIN sembra felice di avere fallito, di non riuscire a pubblicare su LES TEMPS MODERNS di JAN PAUL SARTRE, di abbracciare fino in fondo la retorica dei suoi amici sul rifiuto dei percorsi convenzionali, l'amore e la mera sopravvivenza sono quanto basta.

La PARIGI della RIVE GAUCHE e del quartiere latino ha il suo fascino un po' sporco e decadente, che odora in egual misura di letteratura e vino a buon mercato, tra cenacoli letterari e dopo- sbronza agli angoli delle strade di SAINT GERMAIN. In tutto il libro IL LADRO DI LIBRI non legge mai, non discute davvero di letteratura, eppure si convince di essere prima poeta, poi romanziere, sempre attore, con l'incoscienza di pensare che la direzione della sua vita sia solo questione di volontà. Non di talento, duro lavoro o fortuna

Il tratto di PIERRE VAN HOVE- con la collaborazione di TOTA nel design generale- evoca quello di maestri come TARDI, ma è più essenziale. Quasi nervoso (o meglio il tratto è controllato, ma evoca tensioni nel lettore).

Per scelta esplicita dei suoi autori IL LADRO DI LIBRI sfugge al genere biografico, oggi dominante nei graphic novel di ambientazione storica. Anche se di DANIEL BRODIN ce ne saranno stati a migliaia, tra i vincitori nel Quartiere Latino, partecipi dell'atmosfera di quegli anni di caffè, marxismo e poesia, o al massimo attori non protagonisti. Come il "LADRO DI LIBRI".

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