venerdì 4 aprile 2014

L'ORRORE PERFETTO DI RCHARD CORBEN (di STEFANO FELTRI)

RAGEMOOR

RICHARD CORBEN è un mostro del FUMETTO uno di quei pochissimi autori a cui si può affidare qualunque cosa e il risultato sarà sempre al di là di ogni aspettativa. Sarà il genio, sarà l'esperienza di uno che a settant'anni e con una fama mondiale continua a permettersi l'etichetta di FUMETTISTA "UNDERGROUND", qualunque cosa voglia dire. Di sicuro non è incasellabile, riducibile a una moda artistica o a una corrente.

Ha lavorato per il mercato francese con METAL HURLANT, con MOEBIUS, ma anche con i super eroi americani, ha fatto racconti e romanzi a FUMETTI, ha prodotto una sconvolgente versione a FUMETTI della Genesi (sconvolgente perché letterale, con una dose di sesso e violenza che nelle sezioni del testo che vengono fatte in chiesa di solito viene omessa).

"RAGEMOOR" (MAGIC PRESS) in mano a un altro FUMETTISTA non avrebbe avuto senso: è la storia di un castello vivente-- la versione demoniaca dell'HOWGRATS di HARRY POTTER--che di notte si sveglia, distrugge scale, crea corridoi, apre voragini sotto i piedi degli ospiti sgraditi e impone la sua "volontà" sugli abitanti che ne sono prigionieri.

E quell'horror alla H.P. LOVERCRAFT che nei romanzi si alimenta di aggettivi come "indicibile", "incompressibile" e di lingue tanto morte quanto inventate, piene di consonanti. Con la sceneggiatura de suo storico collaboratore JAN STRNAD, CORBEN trasforma un pretesto narrativo un po' sterile in un terrificante delirio in bianco e nero, dove sono le ombre e non la luce a definire personaggi ed eventi, in cui il passaggio dalle ambiguità delle prime pagine (ma davvero il castello di RAGEMOOR è vivo?) agli orrori del finale è rapido e disturbante, la degradazione morale del protagonista, l'erede del castello, prescinde dagli elementi soprannaturali, in fondo è una scelta. Il fatto che a un certo punto si scopra che la servitù è fatta da insetti e che nei sotterranei vengono allevate scimmie assassine non sembra assur5do, ma una conseguenza quasi necessaria del degrado morale.

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