mercoledì 10 febbraio 2016

VINO E FUMETTI, STORIE DI IGNORANZA

GLI IGNORANTI
Poche cose sono più imperscrutabili del fascino del vino a chi si limita a considerarlo una bevanda e non ha mai capito il significato di aggettivi misteriosi come "tanninico" . Anche i FUMETTI possono risultare poco intellegibili a masse di potenziali lettori diffidenti. "GLI IGNORANTI" è la storia di una doppia educazione: un vignaiolo impara a leggere FUMETTI, un FUMETTISTA impara a potare la vite e a studiare le botti, tappe necessarie per poter realizzare un FUMETTO dedicato all'altra grande eccellenza francese (oltre ai FUMETTI).

ETIENNE DAVODEAU non si accontenta di fare qualche ricerca su WIKIPEDIA o di raccontare il suo rapporto col vino, come sarebbe stato più agevole. Va in campagna dall'amico RICHARD LEROY, a RABLAY su LAYON nella LORENA, e attraversa con lui la stagione del vignaiolo dalla potatura nel gelo invernale alla scelta delle botti alla vendemmia.Nel frattempo LEROY inizia ad assaporare le prime letture, entra nelle logiche di un artigianato meno naturale ma altrettanto scadenzato e pieno di rituali segreti.

Il lettore di FUMETTI con scarse conoscenze da sommelier inizia il volume convinto che coltivare viti sia un lavoro noioso e intellettualmente povero, mentre la creatività dell'autore è tutto. Pagina dopo pagina questa sicurezza viene meno.

E' un FUMETTO autobiografico, ma rientra nel filone del graphic journalism, un reportage personale che, grazie al ritmo modulabile della narrativa per vignette, riesce a raccontare il lento e aggrovigliato sviluppo della vite come quello che seguono le storie tra la mente del loro autore e la pagina disegnata.

Il tratto di DAVODEAU è morbido, si sofferma soltanto sui dettagli essenziali a cogliere un'atmosfera, non ha pretese di completezza, le tavole sono grandi, in una scala di grigi che avvolge tutto nella rassicurante tonalità intermedia del ricordo.

Anche per gli standard di lettori "forti" come quelli francesi, "GLI  IGNORANTI" è un fumetto massiccio, lungo, ma non poteva essere diversamente. Perché non vuole "dare l'idea" di come si fanno vino (e FUMETTI) ma trasmettere al lettore la soddisfazione del lento progredire verso l'oggetto compiuto, che sia vino o disegni.

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