giovedì 17 dicembre 2015

UNA RACCOLTA DELLE STRISCE DEL GENIALE AUTORE ARGENTINO

FOLLETTI, PICASSO, AMICI IMMAGINARI: LE IDEE SENZA UN FILO NELLA MENTE DI LINIARS

Gli autori originali si riconoscono perché è impossibile relegarli in un genere. RICARDO SIRI, che si firma LINIERS, potrebbe entrare nella categoria di quelli che fanno strisce per cogliere la poesia della vita quotidiana. Ma sarebbe comunque una definizione limitante. Perché il suo è un FUMETTO. raccoglitore, che contiene generi e registri diversi: suscita anche sorrisi, certo, grazie alla ripetizione con variazioni tipiche del FUMETTO umoristico.

Ma non pare quello lo scopo delle sue strisce se non declinare su carta stati d'animo, emozioni, imbrigliare nei limiti di una vignetta quelle sensazioni effimere che neppure facciamo in tempo a descrivere prima che svaniscano. Ma che sono quanto ci rende vivi. Il titolo della raccolta di LUNIERS pubblicata da LA NUOVA FRONTIERA è dunque azzardato: UNA PIOGGIA DI IDEE.

L'Argentino LUNIERS, che i lettori Italiani conoscono soprattutto dalle pagine di INTERNAZIONALE, in SUDAMERICA è celebre per questa sua striscia, MACANUDO, che non ha un tema preciso, anche se ci sono temi ricorrenti: "le cose che capitavano a PICASSO" ,  dal folletto dal capello a punta, OLGA e il suo amico immaginario, c'è anche il genere delle strisce "concettuale e incomprensibile".

E poi il filone dominante: le strisce prive di riferimenti, spiegabili soltanto come un flusso di pensieri, del tipo che si sviluppa prima di addormentarsi, dove non c'è più alcun bisogno di coerenza e prevale la libera associazione. Solo cosi rinunciando a cercare un percorso logico, razionale, si possono spiegare vignette come questa: un pugile robusto con sull'accappatoio scritto: "essere" e l'arbitro al centro del ring che dice: "e da questa parte di zero  chili... il nullaaa!".

Chissà JAN PAUL SARTRE che cosa avrebbe detto, vedendo il titolo del suo libro più famoso trasformato in strip.

LINIERS evoca analogie con i PEANUTS di CHARLES SCHULZ, con CALVINET HOBBES di BILL WATERSON, molto meno con MAFALDA di QUINO (la politica è sacrificata a favore della satira sociale). Ma LINIERS è diverso. Sia SCHULZ che WATTERSON costruiscono un universo che, vignetta dopo vignetta, diventa un linguaggi, un codice astratto per trattare temi complessi attraverso personaggi infantili.

LINIERS non ambisce a nessuna coerenza, procede per intuizione, scompone ricompone la vignetta in funzione del disegno, della storia, del gusto. Perché, come fa a dire a una mosca nell'unico dialogo di una STRIP "la mia vita non ha direzione".

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