martedì 14 ottobre 2014

MALATTIA A FUMETTI PER CONDIVIDERE (di STEFANO FELTRI)

UNA VITA INATTESA

la vita inattesa è uno strano esperimento, un FUMETTO su commissione. L'azienda farmaceutica PFIZER ha lanciato una campagna di comunicazione, "VIVERLA TUTTA", con un sito che è "una piattaforma virtuale interattiva per la narrazione di sé e dell'esperienza della malattia".

L'idea è che l'esperienza della malattia può risultare più tollerabile se condivisa, il racconto è anche di supporto ai medici nella diagnosi. La PFIZER ha raccolto testimonianze che sono diventate lo spunto per dieci storie di questo volume pubblicato da RIZZOLI LIZARD e curato da MOCOL BELTRAMINI, TITO FARACI e ALESSANDRO FERRARI.

I tre sceneggiatori hanno adattato le storie dei pazienti e le hanno affidate ad alcuni dei migliori disegnatori italiani in circolazione.

Una delle più riuscite è quella che apre il volume, disegnata da quel talento mai abbastanza celebrato che è PAOLO BACILIERI: è il racconto di una graduale perdita dell'udito, la scomparsa dei suoni vissuta col fastidio di una ragazza che non riesci più ad afferrare il mondo che la circonda, di come la battuta "ma sei sorda ?" inizi a sembrare una condanna, ma è anche la storia di come si possa trovare una "vita inattesa" anche la dove sembra esserci solo disperazione.

Non tutti i racconti funzionano allo stesso modo, il tratto di SILVIS ZICHE, per esempio, risulta troppo umoristico per parlare di leucemia(l'effetto è una via di mezzo tra "esplorando il corpo umano" e un volantino di sala d'aspetto medica).

Il racconto della malattia offre al FUMETTO la possibilità di spingersi la dove il cinema e persino la letteratura faticano ad arrivare, quando l'autore trova la chiave giusta si rischia il capolavoro, da DAVID B. che ha raccontato "il grande male" dell'epilessia a PACO ROCA che si è occupato di Alzheimer con "RUGHE". "LA VITA INATTESA" dimostra anche quanto sia difficile però non scadere nel pietismo e nella lacrimuccia a comando. Alcuni autori del volume ci riescono, altri decisamente no.



lunedì 6 ottobre 2014

L'ULTIMA ESTATE DA ADOLESCENTI (di STEFANO FELTRI)

E LA CHIAMANO ESTATE

E proprio quando pensavamo che non si potesse più scrivere in graphic novel meritevole di lettura sulla solita triade adolescenza-primi amori-un po' di sesso ecco "E LA CHIAMANO ESTATE". Che non centra nulla con la canzone di BRUNO AMORITO e neppure con il fil uscito un paio di anni fa. Anzi, il titolo in inglese era "This one summer".

A firmarlo due cugine canadesi con ascendenza giapponese: JILLIAN e MARIKO TAMAKI, la prima ai disegni, la seconda alla sceneggiatura. Già il fatto che le autrici siano donne spinge alla lettura (il FUMETTO resta molto maschile, soprattutto nelle produzioni seriali).

La scelta di impostarlo tutto su toni di blu attira, il tratto leggero le figure abbozzate che si muovono in vaste vignette di bianco sono una combinazione perfetta per raccontare il tempo dilatato delle estati in cui si fanno vacanze e non ancora ferie.

Ci sono due ragazze: ROSE è la biondina carina, in apparenza felice, in realtà con una famiglia che sta scoppiando dopo che la madre non è riuscita ad avere il secondo figlio. WINDY è stata adottata, un po' in carne, fintamente spensierata ma già con qualche complesso adolescenziale.

L'estate del libero è a modo suo unica, chiaramente l'ultima da quasi -bambine e la prima da quasi-donne, con slanci verso i ragazzi che si alternano alle ultime inclinazioni al gioco, premesse di seduzioni mitigate dall'incertezza su scopi, obiettivi e motivazioni.

Tutto è sospeso, incompiuto: le relazioni dei ragazzi della cittadina al mare dove le due cugine WINDY e ROSE si incontrano ogni anno, misurando le evoluzioni del tempo sui loro corpi, sospesa è anche la crisi del matrimonio dei genitori di ROSE, e perfino il rapporto tra le due ragazze, incerto tra amicizia profonda e ostilità per le differenze di carattere e di fisico.

Il FUMETTO di JILLIAN e MARIKO TAMAKI è una storia di cui conosciamo-in parte-gli antefatti di cui non spremo mai davvero la conclusione. Ma, in fondo, sono cosi tutte le storie in cui ci imbattiamo nella vita. Soprattutto d'estate.