lunedì 28 settembre 2015

LA "CATARSI" DI LUZ PER SUPERARELA STRAGE DI CHARLIE HEBDO E LA MELASSA DELLA RETORICA

CATARSI
CATARSI non si può leggere solo come un FUMETTO. E' uno strumento terapeutico, anche funzionante, sembra. Ed è una testimonianza:

Con questo libro LUZ, cioè RENALD LUZIR, è tornato a disegnare dopo mesi di blocco: aveva smesso il giorno del suo compleanno, il 7 Gennaio 2015, quando era andato a portare, come tutti gli anni, una torta ai colleghi della redazione. Ma negli uffici di CHARLIE HEBDO aveva trovato la strage, i suoi amici morti, sangue e fiumi di retorica a rendere più dolorosa la perdita.

L'immagine simbolo è un uomo stilizzato con gli occhi sgranati, chiaramente LUZ che osserva l'orrore. CATARSI è un libro onesto, le fasi del lutto ci sono tutte, c'è anche il complesso di colpa del sopravvissuto, c'è la scoperta dei limiti del disegno, riprodurre la strage è impossibile, se non deformandola in un perverso balletto, e la sua potenza.

Basta un dettaglio, basta che l'uomo stilizzato con gli occhi sgranati venga disegnato in movimento per segnare l'inizio della ripresa, la fine della paralisi. Ma CATARSI è onesto perché LUZ disegna quanto incoerente e fluttuante è l'animo umano, le scene di sesso (frequenti mai volgari, esplicite ma pudiche) con la moglie non sembrano tanto il solito abbinamento inevitabile EROS e THANATOS, sono piuttosto l'ammissione di una debolezza umana.

LUZ non riesce a continuare a vivere soltanto pensando alla strage, a trasformare una tragedia in un evento storico di cui fare memoria, lui non dice "JE SUIS CHARLIE", proprio perché era davvero CHARLIE, il suo dramma non può essere trasfigurato in una sfida ai valori dell'Occidente, eccetera. Lui è sopravvissuto, la sua vita continua e piano piano guadagna terreno sul panico, sul senso di colpa.

LUZ si fa beffe della melassa che avvolge la strage. Disegna una colomba che scarica il suo guano sul presidente della Repubblica che parla ai manifestanti commossi, sfotte i tanti che esprimono solidarietà regalando matite giganti ("nessuno disegna più con matite simili, è assurdo, è puerile"), ma anche i complottisti, quelli che cercano una spiegazione ancora più incredibile della realtà.

CATARSI applica i canoni del FUMETTO umoristico, nello stile, nel tempo della narrazione, nel procedere più per vignette che per tavole. Eppure non si ride mai, neppure un sorriso. E' un FUMETTO faticoso, da scrivere e da leggere. ma è un FUMETTO necessario

sabato 19 settembre 2015

I SUPER POTERI PERVERSI DEI BAMBINI SOLDATO PER SOPRAVVIVERE ALL'ASSURDITA' DELLA GUERRA

IL DIVINO
Tutto parte da una fotografia: quello in primo piano avra' dieci-dodici anni, sembra soffrire per una calvizie incipiente, aspira una sigaretta con la  foga di chi sa che potrebbe essere l'ultima, dietro di lui una bambina coetanea, la piega del suo sguardo suggerisce cinismo.
E' uno scatto del gennaio 2000, del fotografo dell'ASSOCIATED PRESS APICHART WEERAWONG, i bambini sono due gemelli, si chiamano JOHNNY e LUTHER HTOO.
Alla fine degli anni novanta guidavano un gruppo di un centinaio di persone nell'est della BIRMANIA, si chiamava "GOD'S ARMY", l'esercito di DIO. Si diceva che avessero poteri speciali, che fossero invulnerabili ai proiettili e che, perfino, sapessero la BIBBIA a memoria.

Questa foto diventa un simbolo, racconta in un clic come la guerra può trasformare anche un bambino in un assassino privo di vincoli morali.

IL DIVINO scritto da BOAZ LAVIE e disegnato da due gemelli (coincidenza?), ASAF e TOMER HANUKA, è il risultato dell'incapacità di dimenticare quella foto. Tutti e tre israeliani, quindi tutti e tre a contatto costante con la violenza, espressa o potenziale.

Le tavole di ASAF HANUKA, raccolte in ITALIA sempre da BAO che pubblica anche IL DIVINO, sono disturbanti, il realismo di quei disegni è disperante proprio perché filtrante da un occhio un po' surrealista. E in questo libro succede la stessa cosa. all'inizio sembra una storia di fantascienza, il classico futuro dispotico molto simile al presente, i due amici che scelgono l'avventura invece della quiete domestica, uno spietato e avido, l'altro è l'eroe, che però lascia la moglie in cinta per il piacere (e i potenziali ritorni economici) dell'avventura.

Vanno in una zona di guerra in "QUAULOM". L'amico spietato ha ucciso un drago, e se lo è tatuato su un braccio. E poi ci sono i bambini soldato. Anche qui, come nella foto- ma il lettore ancora non sa che la guerra fantasy è solo la trasposizione di una guerra crudele e vera- hanno poteri.

LUKE e THOMAS usano la telecinesi per far esplodere dita, far esplodere mine antiuomo, creare eserciti di guerrieri fantasma: E c'è anche un drago.

Gli spettacolari disegni dei fratelli HANUKA si rivelano più efficaci di qualunque FUMETTO "di denuncia" tradizionale ( e ce ne sono molti, di reportage di guerra), proprio perché filtrano la violenza e la perversione attraverso il velo della letteratura disegnata

sabato 12 settembre 2015

L?ADOLESCENZA NON E' MAI UNA COSA FACILE: EDUCAZIONE SENTIMENTALE IN UNA BANLIEUE

IL GUSTO DEL PARADISO
Ci sono molte cose da dire su NINE ANTICO, nata nel1981, che per gli standard italiani sarebbe ancora una promessa, mentre in Francia è già affermata. E' stata rifiutata tre volte dalle scuole d'arte in cui provava a entrare, è cresciuta in una banlieue, a Aubervillies, Seine-Saint-Denis, uno di quei non luoghi dove le difficoltà dell'integrazione si saldano con i mali atavici delle periferie.

Oppure si può raccontare come il suo interesse per il cinema la porti a una costruzione delle sue storie che procede per un montaggio di sequenze, invece che usare tutto lo spazio della pagina secondo le potenzialità che offre il FUMETTO, dove sono possibili effetti speciali insostenibili per i budget hollywodiani.

Ma quando si legge IL GUSTO DEL PARADISO, il graphic novel che è stato premiato come il miglior esordio al Festival di Augouleme nel 2008 e l'ha lanciata, tutto questo resta sullo sfondo. E' una educazione sentimentale, l'ingresso nell'adolescenza, la scoperta dei ragazzi e del sesso, non come fine ma come mezzo per emanciparsi dall'infanzia.

Il tratto è un affastellarsi di linee a china, appena accennate, come se fosse tutto di getto: i volti, i corpi, le scene hanno quell'assenza di contorni tipica dei ricordi. E' incredibile la sensazione del primo bacio, non l'espressione della persona che si baciava, cosi come resta impressa l'appiccicosa sensazione di indolenza dei pranzi domenicali con i parenti, non i dettagli dei menu.

Come tutte le storie che parlano di adolescenti è una storia piena di cattiveria: VIRGINIE, alter ego di NINE ANTICO, chiede alla madre di camminare su un altro marciapiede, mentre si avvicinano alla scuola. I ragazzi che le si avvicinano vengono liquidati in fretta, privati anche di ogni identità diversa dalla scala e dall'interno dove si trova il loro appartamento, nel condominio di VIRGINIE

In una intervista, NINE ANTICO ha spiegato: " Quando leggo la vita di qualcuno, noto i momenti decisivi, tutte quelle volte in cui sembra che qualcosa di importante stia accadendo. E poi faccio una graduatoria di importanza".

Nel GUSTO DEL PARADISO ci sono solo i passaggi importanti: niente di fondamentale, non sono " momenti fatali" in cui STEFAN ZWEIG condensava la vita di grandi personaggi. Ma ogni scena, ogni vignetta costringe a un'emozione, di solito il disagio che tutti abbiamo provato in quella età. "VIRGINIE, non sarai mica una ragazza facile?", le chiede il padre. Lei: "Devo rispondere subito??.