mercoledì 11 novembre 2015

VENT'ANNI DOPO IL MARINAIO E' TORNATO CON DUE NUOVI AUTORI

ANCHE SENZA PRAT, CORTO MALTESE E' (QUASI) LO STESSO: INQUIETO, IMPERFETTO E LIBERO.

Come sempre succede in questi casi, si parla molto di più dell'operazione editoriale che del fumetto: vent'anni dopo la morte di UGO PRATT, è uscita una nuova avventura del suo personaggio più famoso, CORTO MALTESE. Realizzata da un team di autori nuovi, ai testi JUAN DIAZ CANALES e ai disegni RUBE'N PELLEJERO.Il potenziale commerciale è evidente, basta guardare la copertura pubblicitaria che ha avuto SOTTO IL SOLE DI MEZZA NOTTE, questo il titolo del volume pubblicato da RIZZOLI LIZARD.

E' inevitabile che chi ha amato il CORTO originale si eserciti a trovare le differenze. Il CORTO scritto da CANALES non è male, ha l'eleganza e l'apparente immobilismo di quello di PRATT, si muove quasi a scatti, ora c'è ora scompare, sembra sempre altrove anche quando è nel mezzo dell'azione. La trama è molto pratiana, ci sono itinerari di viaggio incomprensibili, mille comprimari ben cesellati, la giusta dose di esotismo consapevole,. Eppure- il difetto è lo stesso di BLACKSAD, la serie che ha reso famoso CANALES- ogni tanto scade verso il cliché, la soluzione più facile, basta vedere il finale (di solito sono le storie di TOPOLINO che si chiudono con una bella risata, non quelle del FUMETTO d'autore).

I disegni di PELLEJERO evocano l'originale. Ma, come l'artista spagnolo osserva negli appunti in coda al libro, ci sono tanti CORTO MALTESE. Quello della BALLATA NEL MARE SALATO non ha quasi nulla in comune con il personaggio disegnato da PRATT, un paio di decenni dopo che chiude le sue avventure nel volume dedicato a MU, la città perduta.PELLEJERO è cosi libero di creare una sintesi tra quei due estremi, tutto sommato il suo compito è più facile di quello di CANALES.

Nel complesso l'operazione è riuscita, le vendite non mancheranno (ma chissà se i lettori resteranno anche per i prossimi numeri, inevitabili, episodi). Eppure manca qualcosa. C'era un senso di provvisorietà, di incompiutezza nelle storie di PRATT che veniva alimentato anche da dettagli come un personaggio che iniziava a parlare in una vignetta e finiva in quella dopo, tanto aveva da dire, rompendo il patto tacito con il lettore che vive la gabbia grafica come un separatore di momenti diversi.

Nessuno può dire di aver mai capito davvero CORTO MALTESE, tranne forse PRATT. Un eroe nemico di ogni ortodossia non poteva diventare una mummia. E' vivo, si muove, cambia, imperfetto e libero come sempre.

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