domenica 22 novembre 2015

UN GIOVANE MILIARDARIO AMERICANO SI TRASFERISCE SU UN'ISOLA DI RIFIUTI

L'ULTIMA FRONTIERA DELLA CULTURA DEI PIONIERI: DOMINARE L'AVANZATA DELLA SPAZZATURA.

Negli ultimi anni c'è un filone di grande successo nei comics d'autore, quelli che stanno al confine tra prodotto di massa e nicchie sofisticate: il racconto dello stato di natura, di società senza politica che cercano, per errori e tragedie, di darsi un ordine. Di solito in un mondo post-apocalittico.

E' un tema che domina THE WALKING DEAD, per esempio, ma anche Y THE LAST MAN O, in ITALIA, ORFANI. La serie GREAT PACIFIC, scritta da JOE HRRIS e disegnata da MARTIN MORAZZO, abbina queste suggestioni - frutto inevitabile di una società sempre più spopolata e ridotta alla sua dimensione individuale con le angosce da cambiamento climatico. Che, per una volta diventano tangibili, invece di rimanere limitate alle statistiche o alla fantascienza.

CRIS WORTHINGTON eredita una compagnia petrolifera, ma gestirla non è nei suoi piani. Finge la propria morte e si trasferisce sulla grande chiazza di rifiuti nel Pacifico (non è un'invenzione di JOE HARRIS, esiste d'avvero).

Stando a WIKIPEDIA, la grande chiazza ha una superficie che sta tra i 700.000 e i 10milioni di chilometri quadrati, più grande della SPAGNA, più piccola degli STATI UNITI. Il giovane CHRIS è armato soltanto di una tecnologia che è capace di dissolvere gli idrocarburi (a BARACK OBAMA farebbe comodo nel golfo del MESSICO).

La grande chiazza viene ribattezzata dal conquistatore "NUOVO TEXAS", C'è una certa ironia perché nessun Stato AMERICANO simboleggia meglio del Texas quella cultura del consumo e dello spreco che genera le chiazze di rifiuti del Pacifico.

I disegni e il contesto sono da puro FUMETTO action, le tavole di MARTIN MORAZZO da colossal ad alto budget, gli effetti speciali non mancano (c'è perfino il calamaro gigante, mutato a causa della spazzatura).

La chiave di lettura della sfida climatica è l'aspetto più interessante, che gli ambientalisti dovrebbero studiare: gestire le conseguenze del consumo può essere vista come una scelta francescana, triste, magari mascherata sotto la patina di slogan come "la decrescita felice". Oppure può diventare una sfida epica, come la conquista del WEST, uno sforzo titanico dell'uomo per riaffermare il proprio dominio sul mondo, dovendo vincere ancora una volta la natura, diventa ostile proprio in conseguenza di uno stile dai troppi effetti collaterali.

Di GREAT PACIFIC è uscito il primo volume. Aspettiamo il secondo.

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